OKTOBERFEST MÜNCHEN 2013

 

Non sia mai che la storica 180° Oktoberfest non riceva la visita d’onore degli immancabili Principini, che puoi pure separarli, ma prima o poi come lo Yin e lo Yang, il bianco e il nero, il giorno e la notte, il mezzo pollo e la birra inevitabilmente si ricongiungono nel Garten della Paulaner.

Temperaturina frizzante, cielo plumbeo e Zelt già strapieno ci costringono a sederci all’aperto e Super Gordon, in impeccabile alta uniforme bavarese con Lederhose, Trachtenhemd biancorossa e Kniestrümpfe di lana è salvato dal calore dei funghi che riscaldano la zona.

Ci trastulliamo un po’ con delle olandesine che studiano a Milano alla Bocconi, ci fa visita un improbabile vichingo siculo e Roby subisce la noiosa pezza di un meticcio tifoso del Bayern con tanto di insopportabile sequenza di foto di famiglia sul telefonino.

Nel Garten il tempo passa, ma il feddo resta, per fortuna almeno non piove…proviamo ad approcciare alcuni ingressi ma ci respingono senza pietà, quest’anno pare proprio vada di magro; quand’ecco che senza speranza ci avviciniamo ad un ingresso secondario e l’omino della Security dopo averci perquisiti ci fa inaspettatamente entrare…il cuore ci si spalanca, ora sì che è Oktoberfest!

Delle carinissime calabrobolognesi ci ospitano al loro tavolo sotto l’orchestra e la festa impazza: c’è uno dei Cugini di Campagna che balla in modo dinoccolato, direttamente dal Lo Hobbit ci sono dei nani barbuti della compagnia di Thorin Scudodiquercia, ci si interroga su cosa significhi “Smalto Rosso Non So Chi E’” e sull’aforismo filosofico di Eraclito, “panta rei”, tutto muta, tutto cambia, tutto scorre…anche la birra!

Ora sì che mi sento a casa, il Winzerer Fähndl Paulaner è tutto “febbregiallonero” e Roby, deluso dall’inizio giornata all’aperto, dopo avermi declassato da miglior amico a 99° amico, ora si sta rallegrando e mi sta facendo lentamente risalire la classifica: data l’atmosfera bellissima decido di indossare i miei mitici Lederbadehose…sono un costume da bagno, ma chi se ne accorge ormai? E fanno pure la loro porchissima figura! Direi che sono quasi da accalappio!

Alle 17.30 c’è il ricambio quasi totale nello Zelt e quindi noi ci facciamo il nostro solito giretto in centro con caffè rigenerante e torniamo al Wies’n di sera per il gran finale…obiettivo, Augustiner. Anche qui sembra impossibile entrare ma poi una Kellnerin mastodontica ci tira dentro a forza, ci porta ad un tavolo e ci costringe a bere…e se noi non avessimo voluto? Hahahahahaha! Il tripudio conclusivo è con un Maß di Edelstoff ed io e Roby che meditiamo di scrivere un giorno un libro sulle nostre spedizioni birraiole intitolato “L’Oktoberfest (e la vita) viste attraverso un Maß”…intanto la foto per la copertina ce l’abbiamo!

 

 

I “Principini dell’Oktoberfest” si sono ritrovati alla Paulaner! Fa freddino, ma i “funghi” ci arroventano le corone!

 

 

Si comincia a carburare e si convincono le olandesine del tavolo, universitarie a Milano, a gridare “Fucking Bocconi!”

 

 

 

Prima brinda con noi un improbabile vikingo siculo e poi un Cacatua dalla cresta variopinta leggermente sovrappeso.

 

 

Roby è oggetto di particolari attenzioni da parte di questo indecente bavarese con

finti Lederhose gialli, campanaccio e sopracciglia di nastro adesivo, si può essere più brutti?

 

 

Beh, se si mettono brache cachi, camiciazza con mulini a vento e cappello verde si può ben competere per essere orridi!

 

 

Tutti gli ingressi allo Zelt sono chiusi, la delusione è palpabile, ma almeno siamo nel Garten, c’è chi, alle spalle, è messo peggio…

 

 

 

beviamoci dell’idromele nanico con Glòin, figlio di Gròin, nipote di Bòrin e con Bòfur, cugino di Bìfur, fratello di Bòmbur!

 

 

Inaspettatamente ci si spalancano le porte del tendone e delle gentili calabbresi ci ospitano al loro tavolo!

 

 

 

Roby trova uno che va dal suo stesso barbiere e fa scambio di scalpo, mentre gnocchette in Dirndl ballano sfrenate sulle panche!

 

 

Che spettacolo…il Winzerer Fähndl è “febbregiallonero”!

 

 

 

Geniale citazione da “Bladerunner” che descrive bene ciò che intanto sta succedendo nello Zelt! Delirio!

 

 

Mi sento così a mio agio che posso esibire fiero i miei meravigliosi (Leder)Badehose! Sembrano veri!

 

 

Con “Smalto Rosso Non So Chi è” si disserta piacevolmente sul filosofico aforismo di Eraclito “Panta Rei”…

 

 

e nello Zelt Augustiner si crea l’immagine di copertina del nostro futuro libro:

“L’Oktoberfest (e la vita) viste attraverso un Maß

 

Panta rei”: tutto scorre…soprattutto la birra!